I 5 tipi di copertine che valorizzano un libro
Per capire il valore di una buona copertina, pensa all’ultimo acquisto che hai fatto in libreria. Saprai dire il titolo oppure l’autore, forse la casa editrice, molto difficilmente le parole con cui inizia. Ma sicuramente ricorderai la sua copertina.
Le tipologie di copertine sono numerose e vengono spesso innovate, rielaborate, destrutturate e ricomposte, perché gli editori sanno che è lì che si combatte la battaglia per l’attenzione del lettore. Ma ci sono alcune macro-categorie ricorrenti, che non lasciano mai le librerie, perché riescono meglio delle altre a creare l’impatto visivo che porta il libro ad essere sfogliato e comprato.
La copertina autorevole
Nessuno pensava che una copertina avrebbe potuto definire un intero genere letterario ma, quasi un secolo fa, avvenne proprio questo. Nel 1929 Mondadori iniziò a pubblicare un determinato tipo di libri uniformando il colore delle loro copertine. Da quel momento in poi, in Italia, i libri polizieschi si sono chiamati “gialli”. Ancora oggi, una copertina gialla richiama inevitabilmente l’attenzione di tutti gli appassionati del genere.
Allo stesso modo, ogni estimatore della buona narrativa sa riconoscere una copertina Adelphi, ma non serve essere uno dei maggiori editori italiani per essere presi sul serio al primo sguardo. Quando ben miscelati, elementi grafici fissi e variabili vanno a comporre l’identità grafica non solo di un libro, ma anche di una intera casa editrice. E se quella casa editrice offre un catalogo valido, i lettori impareranno presto a collegare un tipo di copertina a qualcosa che vale la pena leggere.
La copertina minimal
È la copertina evocativa per eccellenza, ma anche la più facile da sbagliare. Ha un design essenziale che lavora per sottrazione, eliminando tutto il superfluo e lasciando pochi elementi grafici capaci di sintetizzare l’atmosfera o il punto focale del libro. Può usare la mono o la bicromia, con illustrazioni composte da poche linee o immagini di dettagli normalmente trascurati, ma significativi. Può usare spazi vuoti, silhouette, fotografie. Può semplicemente ispirarsi a un design minimalista o andare in una direzione più radicale. In ogni sua declinazione, però, la copertina minimal avrà un design pulito, costruito per guidare e centrare l’attenzione del lettore.
La copertina “bizantina”
Diametralmente opposta alla minimalista, la copertina “bizantina” non teme di occupare lo spazio e lascia pochi angoli vuoti, ricordando spesso la complessità di un arazzo. È ricca di forme, colori e dettagli capaci di immergere il potenziale lettore nell’aura del racconto ancora prima di leggerne la sinossi.
Si può reinterpretare per qualsiasi tipo di libro ma, catturando l’attenzione grazie alla sua vividezza, valorizza in particolar modo romanzi similmente ricchi, emozionanti, , spesso calati in ambientazioni immaginifiche, distanti nel tempo e nello spazio.
La copertina alla moda
Tra tutti i trend di grafica editoriale possibili, quelli che riguardano le copertine sono i più volubili, ma anche i più interessanti da seguire. Cinque anni fa le librerie anglosassoni erano invase da sagome nere su sfondi scuri o tuttalpiù spenti, colori primari e calligrafie moderne. Nel 2020 un lettore avrà più probabilità di imbattersi in titoli dal lettering ingombrante, impossibili da non notare, ma anche in pattern e temi naturalistici più delicati e accostamenti cromatici rétro. E se anche essere alla moda non costituisce un valore in sé, esplorare opzioni diverse e nuove per una copertina aumenta esponenzialmente la possibilità di trovare la perfetta formula per valorizzare l’intero libro.
La copertina giusta
Che sia minimal o “bizantina”, che segua le ultime mode in fatto di grafica editoriale o si rifaccia a uno standard specifico, capace di veicolare l’identità della casa editrice, non esiste copertina che possa prescindere dal suo libro.
La copertina giusta è quella che prende in considerazione l’intento del libro stesso, il pubblico a cui si rivolge e la fetta di mercato editoriale in cui si muove. Un romanzo, un catalogo d’arte, un lungo saggio storico e un libro di ricette possono essere tutti valorizzati dalla stessa cosa: una copertina che faccia loro da incipit, che incuriosisca il lettore abbastanza da farli pescare tra centinaia di altri libri, guardarli e aprirli. Consegnando, infine, il compito di alimentare quella curiosità alle mani dello scrittore.
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